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Venerdì 17 gennaio 2020 ore 21 C.A.B.A.R.È. Allo Spazio Rossellini

Spazio Rossellini. Calderone Artistico Burlesco Anarchico Rigorosamente Eclettico

C.A.B.A.R.È. è uno spettacolo di arte varia che va in scena allo Spazio Rossellini, sempre in divenire e con una buona dose di imprevedibilità, condito da artisti di stagione, rigorosamente biologici e a kilometro zero.

Un varietà-laboratorio aperto a tutti gli artisti che abbiano voglia di sperimentare nuovi numeri, rispolverare vecchi cavalli di battaglia assopiti nel baule, o semplicemente passare una serata a giocare a contatto con il pubblico.

Circensi, acrobati e giocolieri si alternano, proponendo le proprie specialità, accompagnate da una piccola orchestra comica (la Red Nose Band) che fa da ambasciatrice e “padrona di casa”.

Un multiforme presentatore introduce gli ospiti tessendo una drammaturgia fatta di personaggi che ritornano, piccoli tormentoni, storie marginali allo spettacolo centrale, che vengono portate avanti e trovano un epilogo tra un numero e l’altro. Tutto condito da un’atmosfera di Grande Varietà.

C.A.B.A.R.È. è uno spettacolo pensato, organizzato e messo in scena da un collettivo di artisti multidisciplinare (clown teatrale, teatro comico, giocoleria, circo contemporaneo, musica dal vivo…) che lavora assieme da circa dieci anni.

Il nucleo centrale è composto da La Compagnia della Settimana Dopo (clown teatrale, musica dal vivo), Daniele Spadaro (clown teatrale, fantasista) e Nicola Macchiarulo (clown teatrale, giocoleria).

Il collettivo ha cominciato, alcuni anni fa, una ricerca incentrata sulla riscoperta del teatro di varietà, la rivista ed il cabaret comico, rielaborandoli in chiave contemporanea pur mantenendone il carattere popolare e di forte ecletticità.

Da questa ricerca sono scaturite svariate rappresentazioni in spazi estremamente diversi tra loro per caratteristiche sceniche e tecniche (teatri, piazze, chiostri, cortili…) che hanno portato il collettivo ad avere una grande esperienza in merito alla messa in scena di varietà in qualunque contesto.

Lo spettacolo è organizzato da ATCL Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio in collaborazione con LAZIOCrea

Spazio Rossellini

via della vasca navale 58 – Roma

info@spaziorossellini.it

www.spaziorossellini.it

Cell 3452978091

La biglietteria apre nei giorni di spettacolo alle ore 19.00 – domenica ore 15.00

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De André, un ritratto di prima mano “Io, Fabrizio e il Ciocorì di Flavio Brighenti allo Spazio Rossellini

“Io, Fabrizio e il Ciocorì”, spettacolo ispirato a Fabrizio De André nel connubio fra teatro di narrazione e canzone d’autore, arriva a Roma sabato 18 gennaio allo Spazio Rossellini di via della Vasca Navale.

Sul palco, insieme all’autore Flavio Brighenti, che cura la narrazione con la regista Carmen Giardina, interagisce una formazione musicale che comprende Raffaela Siniscalchi (voce), Gabriele Coen (fiati), Mario Rivera (basso) e Stefano Saletti (corde).

“Io, Fabrizio e il Ciocorì” rappresenta un viaggio inedito e per certi versi sorprendente nel mondo del Maestro genovese attraverso vent’anni di incontri, musica, aneddoti e confidenze.

Il racconto si snoda attraverso le tante interviste – e i coloriti retroscena che spesso le hanno accompagnate – che l’autore, Flavio Brighenti, ha realizzato dal gennaio del 1979, durante il tour di Faber con la Premiata Forneria Marconi, fino al febbraio del 1998, nel corso dell’ultimo tour del maestro genovese, successivo alla pubblicazione dell’album “Anime salve”.

Gli articoli, pubblicati in prevalenza dal quotidiano Il Lavoro, poi da la Repubblica e il settimanale Musica! rappresentano però semplicemente la rampa di lancio della narrazione, che si srotola lungo il filo rosso del rapporto che si instaurò fra il giornalista e il cantautore.

locandina io fabrizio e il ciocorì“Io, Fabrizio e il Ciocorì” gioca su una cifra stilistica netta e dichiarata, virando sul versante ironico e “leggero” del rapporto, così come è maturato tra i due, ben al di là dei rispettivi ruoli professionali.

Riflessioni, battute, semplici confidenze alimentano costantemente il percorso narrativo, con la piccola e trasparente ambizione di raccontare un’epoca dove l’arte, non solo la musica, e così pure il giornalismo, privilegiavano l’esperienza e l’iniziativa individuale anziché attingere all’immenso catino virtuale e frastornante della tecnologia.

“Io, Fabrizio e il Ciocori” non rappresenta una celebrazione né tanto meno una beatificazione di De André – che di certo non ne ha bisogno – ma offre semplicemente una chiave differente e affettuosa per fare luce su di lui sotto il profilo umano prima che artistico.

La sfilata dei personaggi evocati è assortita: da Vasco Rossi a Papa Wojtyla, da Beppe Grillo a Guy Debord, da Ray Charles ad Arthur Rimbaud, da Mauro Pagani a Renato Curcio, da Ivano Fossati a Carlo Marx, fra i tanti, oltre naturalmente ai volti familiari: Dori Ghezzi, i figli Cristiano e Luvi, il fratello Mauro.

La regia dello spettacolo è affidata alla genovese Carmen Giardina, attrice, sceneggiatrice e regista di larga esperienza che sul palco, insieme a Flavio Brighenti, presta la voce a Faber:

“De André era unico e inimitabile, al suo confronto chiunque si presterebbe a paragoni che vogliamo evitare”, spiega Brighenti, “allora ho voluto che a interpretarlo fosse una donna, anche e soprattutto per rendere omaggio all’universo femminile che Fabrizio ha cantato con inarrivabile sensibilità umana e poetica”.

La narrazione musicale, che corre tra alcune tra le più amate canzoni di De André, è affidata al quartetto composto da Stefano Saletti, Gabriele Coen, Mario Rivera (provengono tutti e tre dalla Banda Ikona, e sono protagonisti in proprio di molti altri progetti), con la voce straordinaria di Raffaela Siniscalchi.

 I quattro artisti hanno realizzato un album con le proprie personalissime rivisitazioni dei brani di Faber intitolato “Ho visto Nina volare” di imminente uscita.

locandina io fabrizio e il ciocorì

“Io, Fabrizio e il Ciocorì”, che nella sua prima versione è stato ospite per due sere dell’Auditorium di Strada Nuova di Genova nell’ottobre 2017 – sul palco con l’autore c’erano Laura Monferdini, Vittorio De Scalzi ed Edmondo Romano – va in scena con il patrocinio morale della Fondazione De André.

sabato 18 gennaio 2020 –  ore 21 – biglietto 10 e 8 euro

Spazio Rossellini

via della vasca navale 58 – Roma

info@spaziorossellini.it

www.spaziorossellini.it

Tel 3452978091

La biglietteria apre nei giorni di spettacolo alle ore 19.00 – domenica ore 15.00
Gli spettacoli sono organizzati da ATCL Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio in collaborazione con LAZIOCrea

Ufficio stampa: Fabiana Manuelli – stampa@fabianamanuelli.it

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La Classe

Spazio Rossellini “La classe un docupuppets per marionette e uomini”

Torna a grande richiesta a Roma allo Spazio Rossellini, “LA CLASSE_un docupuppets per marionette e uomini” di Fabiana Iacozzilli/CrAnPi, 15 gennaio ore 21.00

Torna a grande richiesta a Roma allo Spazio Rossellini, LA CLASSE un docupuppets per marionette e uomini di Fabiana Iacozzilli/CrAnPi, il 15 gennaio alle ore 21.00.

Nel 2019, lo spettacolo è stato vincitore del premio In-box, premio della critica ANCT e premio UBU per il miglior progetto sonoro.

Le scene e le marionette di Fiammetta Mandich sono “abitate” dai performer Michela Aiello, Andrei Balan, Antonia D’Amore, Francesco Meloni, Marta Meneghetti; il suono è a cura di Hubert Westkemper e le luci di Raffaella Vitiello.

Facendo riferimento ai propri ricordi personali, Fabiana Iacozzilli indaga il rapporto tra l’infanzia e il diventare adulti: cosa rimane dentro di noi delle esperienze e delle cose che impariamo da bambini?

Spazio Rossellini. Cosa facciamo delle emozioni negative, del male, della paura, delle botte ricevute?

In mano a un misterioso deus ex machina, pupazzi di legno, quindi fantocci di gioventù morte, si muovono senza pathos su dei tavolacci che ricordano banchi di scuola o tavoli operatori di qualche esperimento che fu.

Queste creature dell’artista Fiammetta Mandich, abitano la scena per raccontare un mondo perduto nella memoria eppure così centrale nell’esistenza di ognuno.

Una riflessione sul senso profondo del ricordo, resa possibile grazie alla ricerca collettiva di pezzi di memorie andate.

“La classe, è un testo/spettacolo/rito collettivo – spiega Fabiana Iacozzilli –  in cui io e i miei “veri” ex compagni di classe della scuola elementare, abbiamo osservato la spettacolarizzazione degli episodi più significativi da noi vissuti tra i 6 e i 10 anni in un istituto di suore.

I “noi bambini” sono interpretati da 4 puppets mentre i “noi adulti” assistono a questa rappresentazione in bilico tra La classe morte di Kantor e I Cannibali di Tabori, il tutto integrato dalle nostre voci off.

Un progetto che parte da un’esigenza personale fortissima, nel tentativo di ricostruire un passato frammentato alla ricerca di un senso, di una risposta alla domanda sulla difficile relazione tra fede e bambino e sulla continua ricerca di dio attraverso il rito teatrale.

Un lavoro in cui si vuole evitare l’effetto “amarcord” o la facile denuncia ma che vuole essere una testimonianza, uno strumento d’indagine alla ricerca di quella spiritualità che forse è ancora presente in alcuni di noi.”

Crediti

uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli | CrAnPi

collaborazione alla drammaturgia Marta Meneghetti, Giada Parlanti, Emanuele Silvestri

collaborazione artistica Lorenzo, Letizia, Tiziana, Tomasulo, Lafabbrica

performer Michela Aiello, Andrei Balan, Antonia D’Amore, Francesco Meloni, Marta Meneghetti

scene e marionette Fiammetta Mandich

luci Raffaella Vitiello

suono Hubert Westkemper

fonico Jacopo Ruben Dell’Abate

assistenti alla regia Francesco Meloni, Silvia Corona, Arianna Cremona

foto di scena Tiziana Tomasulo

consulenza Piergiorgio Solvi

un ringraziamento a Giorgio Testa

produzione e comunicazione Antonino Pirillo e Giorgio Andriani

co-produzione CrAnPi Lafabbrica Teatro Vascello Carrozzerie | n.o.t | con il supporto

di Residenza IDRA e Teatro Cantiere Florida/Elsinor nell’ambito del progetto CURA 2018 |

e di Nuovo Cinema Palazzo |e con il sostegno di Periferie Artistiche Centro di Residenza

Multidisciplinare della Regione Lazio

Un ringraziamento speciale ai compagni di classe

Spazio Rossellini  Via della Vasca Navale, 58 – Roma

Info e prenotazioni  info@spaziorossellini.it, cell 345 2978091

Biglietti: intero 10 €, ridotto 8 €

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La Classe
foto La vecchia memoria

Rassegna Lazioinscena allo Spazio Rossellini presenta La vecchia memoria

Spazio Rossellini, Della storica Compagnia D’Origlia Palmi fondata dagli attori Bianca ed Emmanuel nel 1921 – e che finì la sua carriera nel piccolo teatro di Borgo Santo Spirito al Vaticano dove trascinò sé stessa e quel che rimaneva di un passato glorioso – non resta che il bagliore di un ricordo.

Spazio Rossellini. Eppure Bianca ed Emanuel ebbero un ruolo fondamentale nello sviluppo delle avanguardie romane che si nutrirono della loro recitazione di altri tempi e del loro trovaroba polveroso.

Spazio Rossellini, Roma, “La vecchia memoria”. In questo lavoro, la dimensione artistica di D’Origlia Palmi e la loro fede profonda nel teatro come unico possibile orizzonte dell’esistenza, assumono valenza metafisica.

La “fine” dei due grandi attori simbolo di una forma “perduta” di teatro e teatralità è tutta giocata sull’estro dei due interpreti attuali, sulla loro personale ricerca e sulla rivisitazione del sogno ad opera di un giovane promettente drammaturgo.

Bianca ed Emmanuel sono stati il punto di partenza del nostro studio, ambientato nel 1969: anno della morte proprio di Bruno Emmanuel Palmi.

In questo lavoro ci siamo voluti discostare da una visione documentaristica e storicistica dei due personaggi, per approcciarli con uno sguardo più “comunitario”, usando la lente della “fine”.

Abbiamo immaginato i nostri due protagonisti persi in un paesino pieno di nebbia, alla ricerca del teatro parrocchiale nel quale dovranno esibirsi in un recital sui loro cavalli di battaglia.

La nebbia e il paese si riveleranno essere dimensioni metafisiche, realtà mistiche, dense di presagi, dove i due potranno vedere una rappresentazione mitica dell’imminente morte di Emmanuel ed avvicinarsi ad una favolistica origine del mondo, molto simile alla loro storia d’amore.

I due infatti, oltre che compagni di scena e direttori di compagnia, sono una coppia inseparabile da quarant’anni.

Ed è proprio davanti ad un paradiso naïve, estremamente ingenuo, popolato da angeli e putti simili ai personaggi di una rivista, che i due daranno fondo a tutte le loro dinamiche, ai giochi che li rendono compagni di vita e al conflitto che sembra minacciare la loro unità.

Infatti, davanti alla visione di una fine probabile, con l’avanzare dell’età e delle delusioni, vedendo morire la loro idea di teatro e ridursi sempre più la loro vita, i due reagiscono in due modi diametralmente opposti:

Emmanuel si arrende, sognando di volare in un Paradiso accogliente, sereno e imperturbabile, Bianca si oppone, continuando a lottare.

Questo conflitto, sottile e sotteso per tutto il primo atto, esplode nel secondo.

Siamo sul palco del loro teatro e scopriamo che tutto ciò che abbiamo visto finora altri non è che una messa in prova dell’ultimo testo di Emmanuel.

Un testo onirico, d’avanguardia, con cui il capocomico sogna di dare l’addio alle scene e, forse, alla vita.

Intuendo questa verità Bianca si ribella, cercando in tutti i modi di dimostrare al compagno di una vita quanto ancora ci sia da fare, si possa dare, quanto grande sia stata la loro vita e quanto unico e profondo il loro legame.

Discutendo del testo i due dialettizzano il loro rapporto e quella simbiosi che impedisce a lui di “andare” del tutto e a lei di “restare” del tutto.

Ma poi, profetizzando un Giudizio Universale laico, salvifico, egualitario e trionfante, troveranno la loro dimensione. Ognuno il giusto finale per la sua personalissima storia.

Fondata dagli attori Bianca D’Origlia ed Emmanuel Palmi nel 1921, la Compagnia fu attiva soprattutto nelle colonie italiane durante il ventennio fascista e si fece innovatrice presentando oltre al repertorio tradizionale dell’epoca, dei “kolossal al technicolor” di carattere sacro.

Il loro spettacolo più noto è il Christus, un dramma a quadri che racconta la storia di Gesù Cristo ricorrendo ad effetti speciali, quali, per esempio, le luci colorate.

Dopo il crollo del fascismo la Compagnia fu emarginata dalla maggior parte dei teatri italiani, soprattutto per il carattere “antico” delle sue rappresentazioni.

Fiera conservatrice dello stile del Grande Attore, la Compagnia trovò riconoscimento solo presso il Vaticano che le affidò un teatro a Borgo Santo Spirito, (Roma).

Dagli anni ’60 agli ’80 la compagnia si distinse soprattutto per le rappresentazioni kitsch sulle sante e per la recitazione passatista. Nei ’60, in particolare, fu al centro della vita mondana di Roma.

I suoi spettacoli erano frequentati da un pubblico di intellettuali, ricercatori, avanguardisti oltre che di suore, bambini, preti e borghesi cattolici.

Vittima di derisione e marginalizzazione, ridotta ormai ad essere una compagnia semiprofessionistica, la D’Origlia-Palmi ispirò molti artisti della scena formatisi all’epoca, tra cui Carmelo Bene e Paolo Poli, assidui frequentatori dei loro eventi.

Note di regia

Si è voluto lavorare nel modo più semplice possibile.

Essendo una storia che tratta della “fine” di due grandi attori, (e di una forma “perduta” di teatro e teatralità), si è concentrato tutto il lavoro scenico sull’estro dei due interpreti e sulla loro personale ricerca.

Con due sensibilità diverse, ma sintonizzate, Gloria Sapio e Maurizio Repetto hanno cercato le loro identità di personaggi.​

Il gioco è sul teatro, su una prima parte tesa tra clown e commedia e una seconda più scura, dura e diretta.

Dopo importanti lavori di ristrutturazione, la Regione Lazio restituisce alla città lo Spazio Rossellini, all’interno dell’Istituto Cine-Tv Roberto Rossellini, dando, grazie all’ATCL, nuova forma e destinazione agli studi in cui ha girato il grande regista.

Lo Spazio nasce con una vocazione per lo spettacolo dal vivo, l’alta formazione e la promozione degli artisti del territorio regionale.

Spazio Rossellini promuoverà diverse tipologie di interventi che riguarderanno il teatro – nelle sue diverse declinazioni e sfaccettature – la danza, la musica, il cinema, dando spazio a realtà che affrontano con mezzi differenti la pluralità dei linguaggi dello spettacolo dal vivo.

Sarà uno spazio da abitare e attivare, da pensare in chiave formativa, un luogo accogliente per le compagnie sostenute in periodi di residenza: in sintesi un polo dedicato alla creatività.

Un’importante occasione per creare una rete che coinvolga le Istituzioni a livello locale e nazionale, le università e i centri di formazione, le produzioni artistiche, le associazioni culturali e sociali che operano nel settore della cultura e dello spettacolo da vivo.

Il coordinamento artistico progettuale è di Katia Caselli

La Vecchia Memoria

testo e regia di Giacomo Sette

con Gloria Sapio e Maurizio Repetto

musiche e disegno luci Andrea Cauduro

assistente alla Regia Eleonora Penna

organizzazione Rossella Graffeo

foto e video Valeria Tommasulo

una produzione Settimo Cielo

dedicato a Bea e Renato

 SPAZIO ROSSELLINI
venerdì 18 ottobre – ore 21 – ingresso 5 euro (+d.p.)

tel 06 45426 982

via della vasca navale 58 – Roma

info@spaziorossellini.it

www.spaziorossellini.it

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