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“LITURA” L’Ultimo nastro di Krapp
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“LITURA” L’Ultimo nastro di Krapp

L’Ultimo nastro di Krapp “LITURA”. Oltre 40 artisti simbolo della scena italiana contemporanea parteciperanno a LITURA, maratona streaming prevista il 1 novembre alle ore 18:00 sulle pagine facebook di Theatron 2.0,


L’Ultimo nastro di Krapp “LITURA” e degli altri partner del progetto.

L’Ultimo nastro di Krapp “LITURA”. Durante il primo studio del progetto LITURA, realizzato nel periodo del lockdown, una camera ha ripreso in diretta streaming lo spazio rimasto vuoto del teatro dell’ex Asilo Filangieri di Napoli.

L’Ultimo nastro di Krapp “LITURA”. Un contatore, preposto a misurare il tempo di quell’assenza, ha interrotto il proprio conteggio dopo 85 giorni, 7 ore, 54 minuti e 17 secondi.

Una figura umana è lentamente entrata nell’inquadratura per riappropriarsi dello spazio: l’Asilo ha riaperto le porte ai lavoratori, la diretta è terminata.

Al momento di voltarsi, tuttavia, questa figura umana ha rivelato un’anomalia: il volto appariva cancellato e sostituito da uno specchio circolare.

L’Ultimo nastro di Krapp “LITURA”. Forse non tutto è rimasto come prima.

L’epilogo del primo studio, diventa ora prologo della seconda fase di LITURA: una maratona streaming, prevista per il 1 novembre 2020, a partire dalle ore 18:00, sarà trasmessa sui canali Facebook di Theatron 2.0, L’Ultimo nastro di Krapp e degli altri partner del progetto.

Oltre 40 artisti simbolo della scena italiana contemporanea saranno ripresi al centro di spazi scenici deserti, dove volgeranno le spalle alla camera, passandosi il testimone di questa staffetta virtuale.

Ciascuno, riconoscibile attraverso il nome in sovrimpressione, rifiuterà di mostrarsi. A voltarsi sarà solo l’ultimo performer della catena.

E, di nuovo, non ci sarà niente da vedere: uno specchio circolare renderà inaccessibile l’immagine del volto.

Questi avanzerà poi verso la camera col volto censurato, finché lo specchio censore non ne occuperà l’intera inquadratura.

Messo di fronte allo specchio, lo spettatore virtuale non vedrà il proprio riflesso, ma l’immagine di un obiettivo, l’occhio meccanico in cui si era inconsapevolmente riversato.

Si riconoscerà per quel che è diventato: non più membro di una comunità realmente presente, che si guarda negli occhi, ma macchina alienata che fissa la sua immagine riflessa.

Cosa può il teatro in questo particolare momento? Questo è l’interrogativo, politico e poetico.

Due cenni di risposta, biforcazione tutta da corroborare: da un lato, negare l’equazione “presenza reale = immagine virtuale”, dall’altro, far cortocircuitare il mezzo ospite, privandolo del suo elemento essenziale: la cosa da vedere.

In un momento in cui i lavoratori dello spettacolo dal vivo, già gravati da uno stato di crisi permanente, si vedono penalizzati come mai prima d’ora, la necessità di rispondere sul piano del linguaggio, ancor prima che su quello della contestazione, si fa urgente più che mai.

Questo secondo studio sul concetto di cancellazione, di negazione dello sguardo, vuole intendersi come ipotesi di ricerca destinata a durare anche e soprattutto una volta ritornati alla presenza piena.

Se il teatro – tra tutte le nostalgie di questo tempo sospeso – è il grande assente, vale forse la pena portare quest’assenza fino in fondo, perché ritorni a essere nostalgia di qualche cosa, anziché dimenticanza.

SUL PERCORSO DI LAVORO. La natura del lavoro ha uno statuto emergenziale.

Gli artisti contattati hanno realizzato i loro contributi con i mezzi a disposizione, spesso di fortuna: cellulari, vecchie fotocamere, quanto fosse a portata in tempo di pandemia e hanno raggiunto spazi accessibili alle condizioni del momento.

I singoli video della maratona hanno diverse definizioni, diverse inquadrature, diverse tipologie di spazio scenico, come pure diverse sono le realtà circostanti che invadono il campo da un punto di vista visivo e acustico.

L’imperferzione formale si fa racconto anch’essa. Chi ha bisogno di salvarsi ama la zattera, non può aspettare il varo dello yacht.

L’opera è pensata per quelle stesse piattaforme su cui si sono susseguite, durante il tempo sospeso del lockdown, le cascate di contenuti multimediali, senza però alcuna ambizione da HD.

Si muore sfocati, per cancellazione progressiva, nella dimenticanza dei più.

LITURA

SECONDO STUDIO SULLA CANCELLAZIONE

1 novembre 2020 ore 18:00

Live streaming su facebook.com/theatron2.0 | facebook.com/ultimonastro

progetto

Alessandro Paschitto

regia

Alessandro Paschitto, Giulia Sangiorgio

contributi video

Daniele Abbado

Abbondanza / Bertoni

Berardi / Casolari

Elena Bucci

Marco Cacciola

Biagio Caravano

Paolo Coletta

Compagnia del Sole

Andrea Cosentino

Michelangelo Dalisi

Alessandra D’Elia

Oscar De Summa

Federica Fracassi

Giovanni Franzoni

Frosini / Timpano

Davide Giglio

Licia Lanera

Roberto Latini

Teresa Ludovico

Marco Manchisi

Paolo Mazzarelli

Lino Musella

Valentina Picello

Marta Pizzigallo

Armando Punzo

Rezzamastrella

Federica Rosellini

Giuseppe Sartori

Vito Signorile

Leonarda Saffi

Marco Sgrosso

Sotterraneo

Massimo Verdastro

Vico Quarto Mazzini

Matilde Vigna

Giuliana Vigogna

organizzazione

Theatron 2.0

con il sostegno di

L’ultimo nastro di Krapp,

l’Asilo – Ex Asilo Filangieri

si ringraziano

Cesare Benedetti, Giulia Cermelli, Chiara Cucca, Silvia Milani, Riccardo Olivier, Massimiliano Speziani

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